Del Presepe di Cracovia mi sono innamorata durante un viaggio alcuni fa. E’ stato un colpo di fulmine.
Partite con P e F da Berlino sulla vecchia Mercedes amaranto della zia Carla, siamo arrivate a Cracovia. Un’allegra gita per visitare Auschwitz e Birkenau.
Sbarcate in ostello, cena ottima, la mattina dopo prima di raggiungere i campi abbiamo fatto un giro nella magnifica Piazza del Mercato. Camminando tra le bancarelle del mercato sono stata rapita dalla solita frenesia. Amo l’artigianato polacco, è felice. Presto partiremo per un viaggio di ricerca.
Ho comperato una corona di fiori del costume tradizionale polacco, un uccellino di legno e il mio primo presepe che ancora conservo con amore.
Il presepe o Szopka Krakowska è realizzato con tecniche che si tramandano da generazioni. E’ un hobby ma impegna intere famiglie tra un Natale e l’altro. Immaginate le case inondate di stagnole colorate, mamme, papà, nonni figli e nipoti che costruiscono strutture complicate di tutte le misure.
Le dimensioni variano dai tre centimetri ai cinque metri di altezza.
Le architetture riprodotte richiamano i monumenti simbolo della città, la Natività, ma anche draghi, re, eroi nazionali e personaggi come il Trombettiere che sacrificò la propria vita per svegliare Cracovia e avvertire i cittadini dell’avanzata della cavalleria tartara, decisa a conquistarla.
Come nel presepe di Napoli a volte vengono messe in scena figure contemporanee, così in alcuni presepi polacchi si possono riconoscere (ovviamente) Lech Walesa o Papa Giovanni Paolo II.
La prima guerra mondiale ha messo il freno alla produzione dei presepi, ma per tenere viva la tradizione dal 1937 il Museo Storico della città di Cracovia organizza il concorso dei Presepi .
Vengono esposti il primo giovedì di dicembre alle prime luci dell’alba, in piazza ai piedi del monumento al poeta Adamo Mickiewicz. Al termine della mostra il museo acquista gli esemplari più belli.
Cracovia è anche la città dove ha vissuto Lei.
L’amica I e il suo compagno M, un compositore, raccontano di giornate vibranti all’ Unsound Festival.
Io ho solo guardato le foto ma l’anno prossimo ci vado.
Girano queste belle facce qui.