Partiamo da qui. La stanzetta del bed&breakfast nel centro di Scanno è silenziosa e di notte ho l’impressione di sentire i lupi e gli orsi.
Non fuori, non è che proprio li abbia visti ma li sento dentro di me, li so. Mi agito, sento cigolare il vecchio letto. Spero che R. non si svegli.
Penso alla strada percorsa e intuisco di essere passata da luoghi molto belli che mi apparivano a piccole porzioni intermittenti illuminati dai fari dell’auto. Credo di aver visto delle pareti rocciose aspre in cui la strada è stata tagliata con abilità. Formazioni calcaree, grezze, rivelate dalla luce tagliente e concentrata. Le gole del Sagittario, hanno anche un bel nome. Immagino che da un momento all’altro in mezzo alla strada potrebbero apparire i musicanti di Brema, nella versione notturna come in quella famosa foto.
O magari un lupo, magari…
Arriviamo a Scanno la sera tardi, affamati. In trattoria ci scaldano con una zuppa di legumi da insaporire con cinque tipi di peperoncino messi su un piatto in ordine crescente dal più dolce al più piccante, a scelta. Io faccio la bulla e parto dal più forte. Voglio dimostrare che anche al Nord ce la facciamo a mangiare il fuoco ma questa volta quasi svengo.
Sono buonissimi, si comperano qui: http://www.lucavalire.com/
Ci volevo venire da tanto tempo qui a Scanno perché nelle foto di Giacomelli e Cartier-Bresson il paese restituiva di sé un’aria fiera, di popolo antico e ben piantato, resistente. Quasi un’isola o un pianeta.
E poi perché qui insiste una tradizione orafa legata all’uso del costume tradizionale che è ancora viva, seppure rivisitata. Non nelle forme ma nei materiali. L’oro costa troppo e i gioielli ora si portano in argento. Ma quando le donne indossano il costume di Scanno devono sfoggiare l’oro, non si transige. Ogni gioiello ha la sua storia, un articolo breve ma molto bello e approfondito si trova qui http://www.tesoridabruzzo.com/gioielli-pastorali-preziosi-sentimenti/#sthash.w59bpl2a.dpbs
Decido di andare da Fronterotta, un’oreficeria del centro, a selezionare i pezzi più significativi : la Presentosa, il 13, l’Amorino, le circeglie, l’anello sirena. Mais ce n’est qu’un début.
Li potete acquistare sul sito, qui.
Scattiamo le foto dei gioielli sul tavolo della cucina nel nostro bed&breakfast, il proprietario è di una gentilezza d’altri tempi, quelli belli. La Casa dei Nonni
Ci arrangiamo con le luci e lo spazio ma è divertente, mi sembra di fare qualcosa di speciale. Mi sento all’inizio di un’avventura che ha a che fare con la vita tutta, le mie passioni e l’amore. Non potrei stare meglio. R è bravo, in lui c’è cura e attenzione. Riusciamo a lavorare bene insieme, siamo allineati.
Non ci accontentiamo, credo che ci siamo incontrati anche per questo.
Camminando nel centro sono come rapita da una magia. Fa freddo ma il cielo è di un blu intenso, il sole si insinua deciso tra le viuzze tutte verticali dove negli angoli resistono grumi di neve sporca, ghiacciata. La pietra dà vita a teorie di grigio solo qua e là interrotte da porte scolorite e panni stesi, uniche note di colore. Botteghine che vendono un po’ di tutto, piccoli bazar.
Noto una ferramenta che espone un oggetto bello e misterioso.
C’è scritto che serve per cuocere le ferratelle e decido di comperarne uno. (Storia e ricette delle ferratelle abruzzesi).
La signora che mi accoglie nel negozietto ha una bella messa in piega fresca, cotonata. E’ gentile e mi spiega che la forma che ho scelto è per fare le ferratelle croccanti, un po’ piattine. Mi da’ la ricetta scritta su un foglietto e si raccomanda: “Ci devi mettere l’impasto denso, come quello della pizza. Poi chiudi bene e metti sul fuoco. Il tempo di un’Ave Maria e mezza ed è cotta”.
E con questo la giornata è a posto, sento che ce l’ho. Sono contenta, possiamo ripartire.
Sulla strada che sale verso il passo Godi ci saluta un cervo bellissimo. E’ molto vicino a noi, ci guarda con grandi occhi lustri e ha un bel manto color ruggine vellutato. Corna magnifiche.
Emozionati e così, innamorati di tutto, corriamo verso Matera.